Novità in libreria – Intervista Marina Kessler

“L’eredità del corvo – le sfumature dell’amore”

Intervista di Beppe Amico (giornalista, scrittore e saggista)

 

Per “Speciale editoria”, vi presentiamo il nuovo libro di una scrittrice trentina. Il suo nome è Marina Kessler, professione avvocato.

Ci parlerà del suo ultimo lavoro disponibile nelle migliori librerie italiane e su tutte le piattaforme della rete. Il titolo è “L’eredità del corvo – le sfumature dell’amore” edito da Reverdito. Si tratta di una storia vera – come specifica l’autrice – di una storia dolorosa e sincera dedicata a tutte le donne.

 

Buongiorno avv. Kessler, benvenuta nella rubrica dedicata alle segnalazioni librarie e alle novità editoriali.

RISPOSTA: Buongiorno a voi che ringrazio per questo gentile invito di cui sono onorata.

DOMANDA: Prima di entrare nel vivo dell’argomento e presentare come si conviene il suo libro, vorrei che ci dicesse qualcosa di lei. Chi è Marina Kessler?

RISPOSTA: Una donna che ha esercitato la libera professione per trent’anni e ora si dedica alla scrittura, una passione nata per caso.

 

DOMANDA: Un titolo che è tutto un programma… “L’eredità del corvo – le sfumature dell’amore”, io che ho letto il libro so bene a cosa si riferisce ma vogliamo spiegarlo a tutti i lettori della nostra rubrica? A cosa si riferisce quando parla di “corvo”?

RISPOSTA: Ho scelto questa figura in quanto il “corvo” è un volatile a cui sono storicamente attribuiti molti significati. È un animale mitico soggetto a molte chiavi di lettura secondo le varie simbologie.

Ma uno di questi significati in particolare è aderente al tema.

Il corvo, infatti, è anche una figura sinistra a causa dei suoi occhi, del suo becco, dei suoi artigli ed evoca, seppur nella sua maestosità, il male e l’oscurità.

 

DOMANDA: Lei nel suo libro parla di relazioni tossiche, che fanno male, che possono uccidere l’amore in modo irrimediabile. Quando a suo giudizio possono considerarsi tali?

RISPOSTA: Una relazione tossica significa esercitare violenza su un’altra persona che si dice di amare. La violenza domestica che è una declinazione della violenza in generale, quando viene esercitata nei confronti delle donne è una discriminazione nei loro confronti. Può generare danni, sofferenze di natura fisica e soprattutto psicologica e affonda le proprie radici in un contesto sociale e culturale che non conosce distinzioni di età, sesso, religione o condizioni economiche. Si manifesta in modo subdolo, difficile da riconoscere anche da parte della vittima. Si tratta di atteggiamenti intimidatori e altro, volti tutti al raggiungimento di un unico scopo. Isolare la vittima.

 

DOMANDA: “L’eredità del corvo” è in definitiva il racconto del tormentato rapporto di una sua amica poco più che quarantenne di nome Lavinia con un uomo – ci permetta di dirlo – spietato e crudele; si tratta di una storia vera, vissuta da una donna che si è sentita intrappolata in un “amore sbagliato”. Sono fatti realmente accaduti… lei la definisce “una storia dolorosa e sincera” che ha lasciato segni indelebili in chi l’ha subìta. Ma ci racconti tutto dall’inizio… come è nata l’idea di scrivere questo libro? Qual è la motivazione che l’ha spinta a mettere nero su bianco?

RISPOSTA: L’iniziativa non è stata immediata. L’argomento invero è difficile seppur altrettanto attuale.

Ma ho voluto superare ogni genere di remora.

Situazioni come quelle narrate in questo libro sono molto diffuse e rimangono purtroppo nel silenzio di coloro che le vivono, che le subiscono.

No, non potevo lasciare che tutto rimanesse ancora nell’oblio. Ho desiderato alzare la voce su di un tema troppo poco sentito anche se conosciuto, con la volontà di veicolare un piccolo messaggio alle donne.

Anche la violenza psicologica, attraverso le parole, è un’arma che può ferire l’anima con ferocia e brutalità.

 

DOMANDA: La cronaca è purtroppo piena zeppa di fatti come quello vissuto dalla protagonista del suo libro anche se si parla molto di più di femminicidi, di bullismo e cyber bullismo… forse un po’ meno di storie come quella vissuta da Lavinia in cui si parla di soprusi, prepotenze, violenze psicologiche messe in atto da uomini cinici che annullano la personalità delle proprie compagne. È una realtà sorprendentemente attuale anche nel Terzo millennio. Come è possibile tutto questo in una società non più patriarcale come un tempo?

RISPOSTA: Sebbene oggi viviamo in un tessuto sociale migliore rispetto al passato, esiste purtroppo ancora, in modo sotterraneo, una certa cultura che vuole che l’uomo sia superiore alla donna. Ciò lo si ravvisa con molta difficoltà, non è sempre manifestato esplicitamente ma è un sentire che viaggia ancora ai tempi attuali in tutti i contesti sociali.

 

DOMANDA: I “corvi”, come li definisce lei nel suo libro, sono quegli uomini che opprimono le donne, le cancellano, le oscurano…” ma è vero anche il contrario? Esistono anche “corvi” in senso femminile?

RISPOSTA: Penso di poter dare una risposta affermativa. La violenza – in tutte le sue declinazioni – a mio modo di vedere rappresenta (non sempre ovviamente) un aspetto del lato umano a prescindere dal genere.

 

DOMANDA: Leggendo questo libro, mi è venuta in mente una magnifica frase tratta dal film “Love Story” con Ryan O’Neal che nel 1970 divenne campione d’incassi nel genere dedicato ai film d’amore. Uno dei protagonisti ad un certo punto pronunciò una frase meravigliosa e disse che “amare significa non dover mai dire “mi dispiace”. Un pensiero ampiamente condivisibile ma purtroppo poco praticato al giorno d’oggi in cui, nei rapporti sentimentali, regna spesso tanto egoismo. È d’accordo?

RISPOSTA: Sono d’accordo, ma ritengo che amare significhi prima di tutto avere rispetto dell’altro. Un rispetto sincero, non dettato da convenzioni sociali.

 

DOMANDA: Come potremmo definire la sconcertante esperienza raccontata nel suo libro? Forse ha delle connotazioni riferibili ad un atteggiamento di irrazionale possessività, di gelosia patologica, di plagio?

RISPOSTA: Certo! Comportamenti irrazionali che creano un clima di paura e che assumono una graduale intensità generati da una mentalità malata.

 

DOMANDA: Alla base di comportamenti come quello di Giuseppe, che è l’uomo cinico e crudele di questa desolante vicenda, forse è riscontrabile un sottofondo psicotico, una sorta di mania ossessiva, di narcisismo patologico. Oppure si tratta di abile e lucida manipolazione?

RISPOSTA: Premetto che non sono una studiosa della materia e sicuramente ci sarà chi le risponderà meglio di me.

Da parte mia credo di poter affermare che in questa storia vi sia una sintesi complessa di ciò che lei descrive. Qui l’uomo manifesta sicuramente un tratto psicotico accompagnato da una pericolosa lucidità. L’uomo ancora oggi crede di essere una persona superiore alla donna; un antico retaggio difficilissimo da estirpare.

 

DOMANDA: Gli esperti sostengono che determinati traumi vissuti nel corso della propria vita affettiva, possono segnare in modo profondo la sfera psico-emotiva di una persona. Lei crede che possa essere il caso di Giuseppe?

RISPOSTA: Non posso saperlo. Certo può accadere che chi subisce violenza ne dispensi altrettanta. Ma non credo sia questo il caso. Giuseppe è un uomo insicuro che riversa e tramuta la sua insicurezza in prepotenza, prevaricazione finalizzate al soddisfacimento del suo fragile ego.

 

DOMANDA: Un altro genere di “amore malato” molto diffuso potrebbe essere quello definito “oppressivo-ossessivo” che porta uno dei partner a vittimizzarsi al fine di mettere in atto una forma di ricatto psicologico. Lei ritiene che nel caso di Giuseppe e Lavinia possa trattarsi di questo?

RISPOSTA: No! Non è questa la storia di Lavinia. Lei è una donna forte, consapevole di ciò che subisce e che tenta con le proprie forze di uscirne.

 

DOMANDA: Perché Lavinia ha tardato così tanto – addirittura otto anni – a mettere in atto la sua “strategia” per liberarsi di questo amore tossico?

RISPOSTA: Come spero emerga dalla narrazione, i primi anni della relazione sono stati sereni, nonostante i campanelli d’allarme che Lavinia ha, purtroppo, ignorato. In seguito, la protagonista della vicenda ha vissuto una escalation di gravità della situazione subendo quotidianamente una sorta di sortilegio che le impediva di reagire.

In questi casi la vittima non riesce a rendersi conto di cosa sta accadendo, inoltre spesso noi tendiamo ad allontanare ogni dubbio (no, non può accadere a me).

Infatti, nella maggior parte di questi casi la spirale della violenza non si manifesta da subito ma si articola ed evolve nel tempo in maggiori elaborazioni, alternata da periodi di pericolosa stabilità e serenità. Solo dopo cinque terribili anni Lavinia si è liberata del suo aguzzino sorretta dalle proprie forze. Lavinia, nonostante tutto, ha infatti sempre mantenuto ferma la sua lucidità mentale che l’ha salvata.

 

DOMANDA: Il libro “L’eredità del corvo” colpisce per la sua schiettezza e la sua sincerità che traspare pagina dopo pagina, è un libro di denuncia, a nostro giudizio, necessaria e opportuna; è rivolto a tutte quelle donne che magari vivono lo stesso terribile dramma sperimentato da Lavinia e che non hanno il coraggio di venire allo scoperto, di confidarsi con i proprio cari, di raccontare la verità come lei scrive nell’introduzione al suo libro. Quale consiglio pratico possiamo dare a coloro che vivono analoghe situazioni?

RISPOSTA: È necessario avere la consapevolezza che ciò che si sta subendo è una vera e propria ingiustizia. Io penso che solo la famiglia, gli amici veri, forse possono aiutare coloro che soffrono queste situazioni, come lo si può affermare per ogni tipo di contesto avvolto dal dolore e dalla afflizione.

 

DOMANDA: Lei crede che vi siano persone predisposte a vivere esperienze sentimentali come quella di Lavinia? In altre parole, siamo noi stessi che con certi nostri comportamenti attiriamo questo genere di partner, oppure chiunque può trovarsi a vivere un “amore malato”?

RISPOSTA: Penso che possa capitare a chiunque.

Non credo alla predisposizione a subire sopraffazioni o altro del genere.

 

DOMANDA: Alla fine del libro c’è un pensiero molto profondo di Daniela Larentis del quotidiano “L’Adigetto” la quale fa un’affermazione importante che vorremmo condividere con i nostri lettori: “Da questo racconto ne scaturisce un messaggio potente e al contempo poetico, che inizia dalla forza che le donne sanno ritrovare in momenti catartici come quelli vissuti dalla protagonista della storia di cui narra l’autrice”.

Però questa forza, non sempre si riesce a trovarla in sé stessi. Tante donne soccombono, si arrendono, rinunciano a combattere… e allora?

RISPOSTA: Penso sia necessaria e doverosa una generale sensibilizzazione al tema, una educazione al rispetto verso l’altro insegnata sin dall’infanzia.

Sradicare questi modelli culturali. Solo allora potremo definirci liberi di vivere una vita anche sentimentale degna di questo nome.

 

DOMANDA: Lei sostiene che gli uomini tossici si possono incontrare, si possono lasciare e che si può ricominciare a vivere… Ma da dove si comincia? Come si fa ad uscire dalla trappola di un “amore malato” in una posizione di vulnerabilità come quella vissuta da Lavinia?

RISPOSTA: Lavinia ne è uscita solo con le proprie forze.

Autostima, fiducia in sé stessi che devono permanere. Altrimenti si rischia di soccombere. Il legislatore è intervenuto per tutelare situazioni gravi di violenza fisica. Ma c’è molto ancora da fare.

La violenza psicologica è difficile da dimostrare, non è un livido sul corpo, ma un livido nell’anima.

 

DOMANDA: L’effetto peggiore che uomini come quelli descritti nel suo libro possono lasciare sul proprio partner è sicuramente l’orribile sensazione di sentirsi isolati, emarginati, incompresi… a poco a poco si avverte una sensazione di vuoto, ci si sente spersonalizzati, confusi, come in completa balia di una mente malata. In una parola sola… si ha “PAURA”.  Ha provato anche Lavinia questa terribile sensazione?

RISPOSTA: Senza dubbio. L’amore tossico è come una droga, un veleno che viene dispensato un po’ alla volta ogni ora, ogni giorno. Fino ad avvertire la completa sensazione di non essere più nessuno. Lo scopo che Giuseppe vuole raggiungere.

Si. Lavinia ha avuto paura. Una sensazione complicata da manifestare all’esterno. Sentiva che lui le stava rubando l’esistenza.

 

DOMANDA: Qual è il campanello d’allarme che potrebbe farci comprendere che stiamo per cadere nelle mani di un “corvo”?

RISPOSTA: Sono tanti, e molti di questi sono descritti e dedicati in un capitolo del libro. Uno tra i molti emerge e sono gli scatti di ira, per esempio.

 

DOMANDA: La protagonista della storia da lei raccontata riferisce di essere sempre stata una donna realizzata e felice, di avere avuto la fortuna di svolgere una professione appagante, di avere dei sinceri rapporti di amicizia, una casa confortevole, un meraviglioso amico a quattro zampe a cui fare le coccole la sera quando si torna a casa… ma di aver ceduto a poco a poco alle lusinghe di un uomo che in fin dei conti non era nemmeno il suo tipo ideale. Perché? Cosa è accaduto perché lei acconsentisse a frequentarlo?

RISPOSTA: Chi lo sa!? Le strade dei sentimenti sono infinite.

 

DOMANDA: Certi uomini riescono a prendere possesso (letteralmente) della vita delle proprie compagne. Lei lo riferisce nel suo racconto – se non sbaglio nel terzo capitolo – e lo fanno con un atteggiamento all’inizio sincero, interessato, premuroso ma che in realtà nasconde delle insidie pericolose non immediatamente percepibili. Si può forse parlare di doppiogiochisti, di abili manipolatori?

RISPOSTA: Chissà se questi uomini se ne rendono conto, fino a che punto possiamo parlare di malafede. Tuttavia, penso che una buona dose di cinismo e di autoreferenzialità esista e loro si comportano di conseguenza. Il fine ultimo è quello di dominare totalmente la preda che in principio fanno sentire come una principessa.

 

DOMANDA: Giuseppe è “…Un uomo violento che spergiura di amare la sua compagna”. Ma tuttavia le rivolge parole durissime come ad esempio: «Senza di me tu non sei capace di vivere». «Tu vuoi bene solo a te stessa». «Tu non vali niente».

In realtà, a ben guardare, dichiarazioni come queste tradiscono una grande insicurezza di fondo… un senso di inadeguatezza e di scarsa autostima di sé stessi che si compensa con un senso di superiorità apparente. Purtroppo, sono tante le donne che vivono situazioni del genere. Come ci si difende da simile insidie?

RISPOSTA: È difficile rispondere ulteriormente. Ogni persona dovrà trovare e far emergere le proprie forze.

In questo senso, il mio libro vuole dedicare alle donne uno stralcio di vita vissuta. Mi auguro che qualcosa di questo narrato sia loro di aiuto.

 

DOMANDA: La protagonista di questo racconto riferisce che Giuseppe, si “presentava attento, zelante… e aggiunge che fin da subito “suscitò in lei una spensierata tenerezza”. Forse quell’uomo aveva messo in atto un atteggiamento creato ad hoc per meglio irretire la propria vittima? Era qualcosa di premeditato?

RISPOSTA: Forse la premeditazione è un concetto che poco si accompagna ad una mente patologica. Ma c’è una sequenza precisa.

All’inizio c’è il corteggiamento, l’adulazione. In seguito, con l’accertamento che la vittima è nelle sue mani il convivere si stabilizza per poi intraprendere una serie di atteggiamenti graduali di possesso, gelosia, intimidazioni, controllo. Sino ad arrivare all’annientamento mentale.

 

DOMANDA: La povera Lavinia, la protagonista di questa terribile vicenda, ha dovuto rinunciare a tanto in quegli otto anni vissuti con l’uomo che “diceva di amarla”. Ha sentito il peso della depressione, dell’isolamento, dello scoramento, ha visto andare la sua vita professionale quasi in pezzi ma poi… ecco… come una luce all’orizzonte. Ad un certo punto scatta un meccanismo che ha messo fine a tutto e un po’ alla volta, con tanta fatica, ha ricominciato a vivere. Nuovi amici, nuovi interessi, una nuova storia d’amore… Qual è questo meccanismo avv. Kessler? Cosa deve scattare perché la situazione si risolva? Dipende da noi, dalle circostanze, da qualcuno che ci viene in aiuto o da qualcosa in particolare?

RISPOSTA: Esistono organismi sociali di aiuto oggi. Ma sono convinta che uscire da queste gravi situazioni dipenda fondamentalmente da noi, dalla nostra forza, dalla nostra energia e autostima. Qualità che la mia amica non ha fortunatamente mai perduto del tutto.

 

DOMANDA: Ciò che emerge in storie come questa è soprattutto la menzogna vissuta quotidianamente come fosse qualcosa di normale, di necessario. Questo genere di uomini sono capaci di inventarsi le storie più assurde e strampalate pur di suscitare fiducia e benevolenza nei propri interlocutori. Ma quando ci si accorge di questo… purtroppo è tardi… C’è qualche precauzione da prendere in questi casi?

RISPOSTA: Molto dipende dal nostro modo di essere, di percepire la vita e il prossimo, l’educazione ricevuta nonché come ci approcciamo agli altri.

La menzogna potrebbe non essere avvertita immediatamente, soprattutto quando proviene da coloro che amiamo. Precauzione? Direi che non esiste altrimenti dovremmo vivere tutti sul chi va là.

Il tempo ci dice cosa sta succedendo.

 

DOMANDA: Lavinia, la protagonista di questa storia dolorosa si sente annullata, azzerata, incapace di reagire… quali errori, soprattutto all’inizio, non bisogna commettere per non rischiare di cadere vittima di un “corvo”?

RISPOSTA: Sono i campanelli d’allarme. Atteggiamenti contrastanti con quanto abbiamo conosciuto sino a quel momento dell’uomo che amiamo.

Ecco. Quando inizia un graduale aumento di atteggiamenti aggressivi, dobbiamo porci delle domande.

 

DOMANDA: Citiamo uno tra i tanti pensieri di Lavinia. Nel secondo capitolo leggiamo: “Il suo sguardo, di solito austero, nei miei confronti si trasformava. Diventava dolce, con una punta d’interrogativo silenzioso, quasi volesse comprendere i miei pensieri”. Avv. Kessler, come può un atteggiamento così sincero e spontaneo, trasformarsi poi, così rapidamente, in qualcosa di estremamente negativo?

RISPOSTA: Non ho una risposta. Forse questi uomini sono solo e semplicemente insicuri. E le loro lacune le riversano con tracotanza sul prossimo, quasi volessero compensarle.

 

DOMANDA: Qualche esperto sostiene che “gli amori malati”, come qualsiasi altra malattia necessitano di cure per poter arrivare alla guarigione.

Qualcuno consiglia di interrompere immediatamente una relazione tossica perché il rischio, nei casi più estremi, potrebbe essere quello di portare il rapporto a conseguenze pericolose per l’incolumità dei partner e persino fatali per uno o per entrambi.

Una domanda doverosa a questo punto. Come ne è uscita Lavinia da questa triste situazione?

RISPOSTA: Ne è uscita dolorosamente, sorretta dalla fiducia in sé stessa. Non senza conseguenze irreversibili, purtroppo.

 

DOMANDA: Il direttore della testata “Il Dolomiti” afferma che questo è un libro che dovrebbero leggere anche gli uomini. Cosa intende dire?

RISPOSTA: Concordo con il direttore del Il Dolomiti.

Gli uomini dovrebbero riflettere su sé stessi.

Ognuno di noi deve fermarsi e pensare.

Ma fortunatamente, non tutti gli uomini sono tossici.

 

DOMANDA: Il libro è magnificamente illustrato dall’artista trentino Matteo Boato. Noi della redazione abbiamo visto l’anteprima delle bozze e devo ammettere che sono davvero molto belle. Perché la scelta di inserire delle illustrazioni?

RISPOSTA: Amo molto l’arte di Matteo Boato a cui va la mia riconoscenza per avere accettato di illustrare con garbo e raffinatezza il mio libro.

 

DOMANDA: Avv. Kessler, sappiamo che ha in programma una serie di iniziative per far conoscere il suo libro. Ce ne vuole parlare?

RISPOSTA: “Ne stiamo parlando con l’editore. Per il momento non sono in grado di rispondere”.

 

Ringraziamo Marina Kessler, autrice di questo meraviglioso libro dal titolo, “L’eredità del corvo – le sfumature dell’amore” che racconta una storia vera, dolorosa e sincera, quella di una donna che ha vissuto l’inferno di un “amore sbagliato”.

Il libro è disponibile nelle migliori librerie italiane e naturalmente anche su tutte le piattaforme online oltre che sul sito dell’editore Reverdito di cui ricordiamo l’indirizzo: www.reverditoeditore.it

RISPOSTA: Un solo auspicio. Vorrei che questo libro volasse da solo, che venga letto sì, ma, soprattutto, compreso. Dalle donne e dagli uomini.

Maggiori informazioni sull’edizione cartacea: https://amzn.to/35KkrMN

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https://youtu.be/CBFQi_7XHtI

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